I
titoli del Telegiornale scorrevano scandendo la cena.
“Rivelazione
shock del pentito: la ragazza sparita data in pasto ai maiali”…..“Ulteriore rincaro
del carburante ..il petrolio sfiora i 137 dollari al barile ….”
-Al
sud non succede niente che non sia manovrato dalla criminalità organizzata-sentenziò
Guido tra i denti, mentre la figlia Rossella sembrava intenta a divorare avidamente
una fetta di anguria.
In
effetti la notizia del pentito avrebbe sollevato un gran discutere nei giorni
seguenti. Intuitivamente un pensiero dubbioso di Rossella andò all’uomo che
aveva fatto tali dichiarazioni. Lo immaginò nella sua cella di isolamento,
intento a riflettere sulla rivelazione, sulla notizia che gli avrebbe
consentito di migliorare la sua condizione, di sollevare un po’ di polvere per
nascondersi dentro.
Doveva
essere un esperto nel nascondersi, prima latitante tra i boschi dell’Aspromonte,
poi nel bunker costruito nello stesso paese in cui aveva vissuto, tristemente
famoso per fatti di cronaca nera: un cumulo di case immerso nelle aspre colline,
brulle d’estate e verdeggianti durante il resto dell’anno e percorse da
vigorose capre inerpicate in mezzo ai rovi ed ai fichi d’india.
Quel
cumulo di case appare come un disordinato, selvatico ammasso di cemento allo
sguardo di un inesperto visitatore, ma in realtà è quasi una città, in parte
emersa e visibile, in parte sommersa e sotterranea, intricato groviglio di
tunnel e bunker.
La
città sotterranea è silenziosamente viva e popolata, almeno quanto la parte
emersa. I latitanti ci vivono come topi tra stoviglie ed immagini sacre e dal
sommerso governano l’emerso. Armi e munizioni viaggiano attraverso i tunnel, ed
i tunnel sbucano nelle case, e le case sono collegate tra loro in una magnifica
opera d’ingegneria votata al male.
Il
pentito, nella sua cella, era al sicuro e non aveva paura, sapeva che i vecchi
fratelli lo volevano morto. D’altronde aveva rischiato più volte di essere
ucciso e almeno altrettante aveva ucciso. Sapeva che la morte fa parte della
vita e forse molto di più della sua rispetto ad altre.
“Alla pari dei becchini”, disse sommessamente con
macabro umorismo.
Ripensò
al vecchio proverbio “ Chi si fa i fatti propri vive cent’anni” e a quanta
saggezza ci sia nei detti popolari. Eppure sentì che, nel suo interesse, era
necessario fare qualche rivelazione.
Da
qualche giorno si era diffusa una certa frenesia tra le guardie, le sentiva
bisbigliare per i corridoi e, si sa, il pettegolezzo corre veloce. Tra le tante
parole sconnesse sentì di una ragazza spartita. Dicevano che il cadavere era
finito in una porcilaia.
Pensò che la notizia facesse al caso suo, che
l’avrebbe messo al riparo dai pericoli della giustizia e dai suoi compari
ancora per un po’ di tempo.
Sorrise
sornione grattandosi i baffi di soddisfazione.
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